Nell’esistenza di ciascuno ci sono degli spartiacque. Anche se, come dice Alex Zanardi, "sono sempre io, con le gambe o senza", vero è che è la vita che cambia e si deve imparare ad affrontarla in altri modi.
Gli spartiacque di Alex sono incisi nella memoria collettiva. Il primo, al circuito del Lausitzring, nel settembre 2001, "con la mia vettura che si spezza in due, e io con lei", è solo il drammatico preludio di ciò che avrebbe saputo trasformare "nella più grande opportunità della mia vita".
Il secondo, nel giugno 2020, è ancor più vivo nel cuore di tutti, come un brivido che risale la schiena: sulle strade della Val d’Orcia, a una curva, la sua handbike si scontra con un camion. È l’inizio di una nuova faticosa maratona, la più impegnativa e difficile di sempre.
L’autore, Claudio Arrigoni, è un giornalista e amico di Alex Zanardi da oltre vent’anni. Ha seguito sette edizioni della Paralimpiade estiva e cinque di quella invernale.
Insieme il 12 giugno 2020 hanno tenuto l’ultimo incontro pubblico prima dell’incidente, per presentare Obiettivo Tricolore, la staffetta con gli atleti paralimpici di Obiettivo3.
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Mayhead John
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