Enzo Ferrari ci racconta il fascino dei motori e il sogno di diventare pilota, cullato fin da ragazzino. Gli anni difficili della guerra, le gare con l’Isotta Fraschini e l’Alfa Romeo. La fondazione della Scuderia Ferrari, i successi, i leggendari piloti. Fino alla morte del giovanissimo figlio Dino, che renderà per sempre "terribile" ogni sua gioia.
Sono, quelle di Enzo Ferrari, pagine ricche di aneddoti curiosi come quando, dovendo fare a bordo di una Rossa da battistrada a Mussolini, lo seminò sui tornanti dell’Appennino.
E poi, i lapidari giudizi tecnici e umani non sempre lusinghieri sui piloti che gareggiarono per lui: dall’imprevedibile Nuvolari all’indecifrabile Fangio, dal garibaldino Ascari allo sconcertante Mike Hawthorn, fino al puntiglioso Niki Lauda.
Le mie gioie terribili, un’autobiografia uscita nei primi anni Sessanta, quando "il Drake" era già l’italiano più famoso al mondo, aggiornata e arricchita nei due decenni successivi.
I edizione, novembre 1962.
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