Marcello Gandini. Genio Nascosto è il terzo capitolo di una serie di grandi mostre che il Museo Nazionale dell’Automobile ha dedicato ai più noti e innovativi car designer del XX secolo. Un progetto volto a indagare le loro esperienze personali e professionali e i contesti nei quali sono nate e sviluppate le idee che li hanno resi famosi nel mondo.
Nella storia del car design mondiale, Marcello Gandini è stato forse il più rivoluzionario. Dalla sua matita sono uscite dream car come le Lamborghini Miura e Marzal, la Lancia Stratos o le Alfa Romeo Carabo e Montreal: creazioni mai viste fino a quel momento, progetti innovativi sia dal punto di vista dell’estetica che dell’ingegneria, icone di stile ambite dal jet set di tutto il mondo.
Eppure una parte della sua genialità non gli viene, immediatamente, associata. Alcune idee, a cui lui tiene moltissimo, sono meno celebrate di altre, come quelle della Renault Supercinque o della Citroen Bx, city car pensate per essere affidabili e funzionali e che hanno avuto un successo planetario.
In lui la cultura internazionale del design riconosce la inarrestabile capacità di proporre prodotti iconici che, pur innovatori in chiave intimamente meccanica (quella scuola torinese che si identifica nel coraggioso percorso di Nuccio Bertone), con Gandini irrompono al di fuori dei confini tematici del car design, dialogando con la pop art, con la mitologia della conquista dello spazio, con il fashion design.
Questo volume, catalogo della mostra, testimonia e conferma il valore di lunga durata che il Museo assegna a questo progetto e al Gandini-pensiero.
Le creazioni in mostra: Alfa Romeo Carabo (1968), Alfa Romeo Montreal (1970), Bertone Runabout (1969), Innocenti Mini 90/120 (1974), Lamborghini Countach (1971), Lamborghini Espada (1968), Lamborghini Marzal (1967), Lamborghini Miura (1966), Lambretta LUI (1967), Lancia Strato’s HF (Zero) - (1970), Lancia Stratos HF (1971), Maserati Khamsin (1972), Moto Guzzi V7 (1971), Renault Supercinque (1984), Volvo Tundra (1979), e Elicottero CH7 Angel (1991).
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