Nei primi anni ’60 esplose il boom delle GT all’italiana che, a differenza delle più blasonate e "nobili" Ferrari, Maserati e Lamborghini, per raggiungere prestazioni elevate utilizzavano grossi motori 8V, prelevati da modelli di serie americani, e montati su leggeri autotelai europei.
Tra queste, la Apollo GT, nata dall’idea di due uomini d’affari statunitensi Newton Davis e Milt Brown; per realizzare il loro progetto i due fondarono la International Motor Cars a Oakland, in California.
Disegnata da Franco Scaglione, e mossa da un potente V8 di provenienza Buick, aveva una carrozzeria alquanto leggera, in alluminio, montata su un telaio tubolare in acciaio.
Nonostante tutte le caratteristiche richieste alle vetture della sua categoria, la Apollo non ebbe successo: tra il 1961 ed il 1966 ne sono furono costruite in tutto 88 di cui 76 coupé, 11 decappottabili e un singolo prototipo 2 + 2 coupé.
Apollo GT: the American Ferrari ne traccia un profilo storico e fotografico, con 138 pagine e 87 foto e illustrazioni, a colori e in b/n.
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