Anche nel biellese, con la fine della Grande Guerra, si rese necessaria una conversione industriale: fu allora che Ernesto Rubino pensò di entrare in un nuovo campo di attività produttiva, allora molto promettente: quello automobilistico.
Fu messo in fabbricazione il Tipo 1. Pensando alla configurazione prevalentemente montagnosa del nostro paese, tale macchina fu progettata per i percorsi di montagna, adottando rapporti che permettevano una velocità di 70 km in pianura e una marcia brillante e senza sforzo in salita.
Purtroppo la situazione finanziaria, che risentì pesantemente dalla difficile congiuntura economica nazionale all'indomani della guerra, non permise lo sviluppo di questa iniziativa.
Dopo varie vicissitudini, che ingoiarono milioni di lire e che non fruttarono che la comparsa di pochi esemplari, il materiale venne rilevato da un gruppo finanziario di Torino.
Vi è notizia che le officine di Netro, ancora nel 1926-27, si dedicassero anche alla produzione di parti staccate promotore di automobili e autoveicoli.
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