In quattordici anni ha più che decuplicato il valore del gruppo in Borsa. Ha trasformato la Fiat da azienda italiana sull'orlo del fallimento a potente società globale.
Le sue scelte, mai scontate, hanno esaltato gli investitori, ma gli hanno attirato accuse come quella di aver spostato il baricentro dell'impresa lontano dall'Italia e quella di aver calpestato i diritti degli operai.
Chi è stato Sergio Marchionne, leader visionario e divisivo, e che cosa resta della sua eredità?
Tommaso Ebhardt - che l'ha inseguito per dieci anni da un capo all'altro del mondo - ritrae in questo libro una figura complessa, che si rivela man mano al giornalista in rapide battute, numerose occasioni professionali e preziosi incontri a due.
Il suo racconto inizia nel dicembre 2008 con l'operazione Chrysler, ricostruisce i traguardi storici, i progetti falliti, la leadership di Marchionne.
Ma soprattutto indaga le convinzioni, gli interessi, i sentimenti privati di un uomo riservatissimo, che tuttavia gli aveva affidato a volte i suoi pensieri, riconoscendolo pubblicamente come «il suo stalker più affezionato».
E prova a capire il segreto del personaggio che da sconosciuto outsider è diventato uno dei manager di maggior successo sui mercati internazionali.
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