La storia delle Ferrari "Sharknose" a motore centrale è una storia di gloria e drammaticità, vittorie eccezionali e grandi tragedie.
La conquista del Campionato di Formula 1 nel 1961 con Phil Hill e la morte di Wolfgang von Trips e quindici spettatori al Gran Premio d'Italia del 1961 a Monza.
Le tre vittorie consecutive, in altrettante gare, di un certo Giancarlo Baghetti e poi il declino sportivo della squadra nel 1962, dopo la gloriosa stagione precedente, con sette vittorie in altrettanti Gran Premi, validi per il mondiale.
Prestazioni altalenanti, ma anche retroscena curiosi e sorprendenti, come la costante ingerenza nella gestione della Scuderia di Laura Ferrari, che non contribuì certamente a rasserenare l’atmosfera in seno alla compagine modenese.
E poi il clamoroso divorzio col direttore tecnico Carlo Chiti, rimpiazzato da un giovanissimo Mauro Forghieri, allora appena ventiseienne e che divenne una delle figure di spicco del Cavallino.
Mentre la monoposto 156 F1, autentica icona nel mondo della Formula 1, per via del suo muso con doppia presa d’aria ellittica, che ricorda tanto la bocca di uno squalo, è diventata una leggenda.
I prototipi sportivi, anch'essi disegnati da Fantuzzi, con il loro peso ridotto e le forme aerodinamicamente ottimizzate, hanno avuto un effetto duraturo sullo sviluppo delle auto da corsa a due posti negli anni a seguire.
Biposto sport vittoriose nelle più importanti gare di durata nella Targa Florio, sul mitico circuito Nürburgring, come nell'European Hill Climb Championship.
Questo libro, con molte immagini inedite, provenienti in buona parte dagli archivi dell'incomparabile Bernard Cahier, dipinge un quadro dettagliato di una delle epoche più emozionanti negli sport motoristici e una delle sue più grandi icone: la Ferrari 156 F1 e le sorelle prototipi, la 246SP e 196SP.
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Steiner Guenther