Basandosi su fatti storici conclamati e supportati da una vasta bibliografia, gli Autori mettono in rilievo due aspetti fondamentali della storia del motorismo teramano: i prodromi dello sviluppo motoristico in Abruzzo a partire dagli anni Venti del secolo scorso e lo sviluppo del Circuito di Castellamare Adriatico.
In quegli anni – egregiamente riassunti con questa storica copertina che vede Enzo Ferrari alla Florio nel ‘22, sono tre i personaggi che proiettano Teramo e l’intera regione nel limbo del motorismo nazionale: il marchese Diego De Sterlich Aliprandi, Giovanni Spinozzi e Giacomo Acerbo.
Quando De Sterlich iniziò la sua incredibile carriera sportiva di "Re della montagna" trionfando nella terza tappa del Circuito d’Italia Centrale, su Diatto (22 ottobre 1922), l’automobile era già destinata a rivoluzionare la società dell’epoca: se fino all’inizio del secolo il motore endotermico rappresentava una novità, nel volgere di pochi anni il nuovo mezzo di trasporto suscita emozione in tutte le fasce della società.
Lo percepisce subito Giovanni Spinozzi, anch’esso pilota e imprenditore, primo presidente dell’Automobile Club Abruzzo, con sede in Teramo, che vede la luce il 15 maggio 1924. È Spinozzi a realizzare la "Società per Autotrasporti Abruzzo", offrendo la possibilità all’intera provincia di spostarsi su automezzi su gomma e contribuendo fattivamente allo sviluppo economico e sociale dell’intero territorio.
L’entusiasmo fu tale che meno di due mesi dopo la costituzione della sede Abruzzo dell’ACI, il 13 luglio si disputò la prima edizione del Circuito di Castellamare Adriatico, con la vittoria di Enzo Ferrari.
A volere questa competizione fu Giacomo Acerbo, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, che sigilla il suo personale patrocinio nella prima corsa prologo del 20 agosto 1923 (Roma-Castellamare).
Quella che venne immediatamente denominata dalla stampa "Coppa Acerbo" - in quanto istituita in memoria ed onore di Tito Acerbo, il fratello di Giacomo che mise in palio la famosa Coppa e di cui traccia un profilo pressoché inedito Gianfranco Cocciolito – fu realizzata dall’ACI di Teramo fino al 1926.
A partire dall’anno successivo, quando fu firmato il decreto di unificazione delle due città (Castellamare e Pescara Vecchia) sotto il nome di Pescara, la corsa si svilupperà fino al 1961, rappresentando ancora oggi una delle competizioni più belle e affascinanti al mondo.
Oggi, a distanza di un secolo da quegli eventi, questo libro - Interamnia a quattro ruote - ci offre la possibilità di prendere in considerazione il lavoro, i sacrifici, la forza di un territorio che attraverso i suoi uomini e le sue Istituzioni iniziarono un percorso di vita temprato sulla determinazione, mai disgiunta dall’umiltà e dalla correttezza, fattori caratteriali per i quali gli abruzzesi sono riconosciuti.
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